A FAVORE DEI PICCOLI COMUNI DI MONTAGNA

EPOLIS/Dalla parte del Friuli

Giovedì 10 giugno 2010

In una logica falsamente efficientistica e sicuramente centralistica qualche sindaco di comuni di maggiori dimensioni e qualche esponente regionale si va muovendo per promuovere l’assorbimento dei minori comuni della montagna intorno ai maggiori centri ivi presenti. Contro queste manovre è bene che la popolazione e gli amministratori locali oppongano un bel no, nella consapevolezza che i piccoli comuni, lungi da costituire uno spreco, rappresentano le sedi in cui si esprimono nel senso più alto i valori della democrazia e della gestione efficiente delle anche modeste risorse di cui essi dispongono.

Disporre di una propria amministrazione per le piccole comunità significa poter partecipare meglio alla gestione degli affari comuni, conoscere direttamente chi ci  rappresenta, controllare l’operato degli amministratori, individuare meglio le responsabilità, far impegnare con maggiore precisione chi viene chiamato a gestire la spesa pubblica. Nel grandi comuni non si sa mai chi è responsabile delle azioni o delle omissioni: il Sindaco, l’Assessore, il Consigliere comunale del posto, il Segretario comunale, il  funzionario ? Domina in genere la tattica dello scaricabarile.  Nei grandi comuni è difficile avvicinare il Sindaco, fargli toccare con mano le disfunzioni che si registrano, coinvolgerlo rapidamente nella questioni della singola comunità. Nei piccoli comuni vi è un Sindaco, un paio di assessori,  un Segretario comunale sia pure a scavalco con altri comuni, che si occupano direttamente della comunità, intervengono sui singoli problemi, vanno a rappresentare in Comunità, in Provincia  in Regione i problemi della  comunità. I piccoli comuni costano troppo? Molti problemi di costi si possono risolvere generalizzando la costituzione delle associazioni e unioni dei Comuni, ove certi servizi non di sportello possono essere gestiti  in comune, come l’ufficio tributi, l’ufficio ragioneria, l’ufficio tecnico e altri. Ma i servizi alle persone, di sportello, le scelte fondamentali per la comunità, e la rappresentanza della stessa nei confronti dei livelli superiori, devono essere conservate localmente, nelle mani dei cittadini. Bisogna reagire contro le tendenze espansionistiche dei grandi comuni, o contro una visione centralistica delle amministrazioni locali, che se dannosa ovunque, appare di particolare gravità nei territori montani, caratterizzati da piccole comunità  insediate in territori assai grandi. Il centralismo va combattuto ovunque e a tutti i livelli.

Giorgio Lodolo

Associazione per l’Autonomia del Friuli “Identità e Innovazione”

Pontebba, 9 giugno 2010

8 commenti su “A FAVORE DEI PICCOLI COMUNI DI MONTAGNA”

  1. Lodolo hai scritto veramente una pagina da libro cuore un articolo strappalacrime, che sinceramente nel 2000 proprio non ci azzecca, come dice il nostro Tonino nazionale.
    Mi parli del contatto personale dell’amministratore con i singoli cittadini, del calore umano,della visione diretta dei problemi da parte del Sindaco ecc…. ecc.. ecc…Ma tu credi davvero alle cose che dici???? o il tuo è un atteggiamento buonista e una visione idilliaca delle cose ??? Perchè visto da vicino mi sembri un’altra persona. Ti dico solo questo in Italia ci sono più di 8.000 comuni nel resto d’Europa ce ne sono molto ma molto meno: Sbaglia tutto il resto d’Europa o siamo noi fuori dal seminato ??. Tu avrai capito che gli Amministratori per la maggior parte fanno il cavolo che vogliono, e hai voglia tu a sottoporre i tuoi problemi, loro giustamente “fanno il bene di tutta la comunità”, sempre visto dalla loro ottica, che può o non può coincidere con la tua.L’argomento è vasto e l’organizzazione dell’unione di piccoli comuni in uno solo è fattibilissimo, non solo, ma è auspicabilissimo. Non parlerei di un comune grosso che fagocita quelli piccoli, perchè in motagna ci sono moltissimi microcomuni ed è giusto dire che un comune deve avere una popolazione di non meno di 10.000 abitanti. Tu non hai idea di quanti soldini si possono risparmare e la scelta degli amministratore la puoi fare fra un maggior numero di persone e sicuramente potrai cercare e trovare persone più preparate. La vicina Austria ha fatto il passo ancora 30 anni fa, pensa noi siamo indietro di 30 anni.

  2. In tutta sincerità non mi pare che Giorgio abbia scritto una pagina da libro Cuore. Giorgio ha illustrato, perfettamente, il rischio che molti Comuni, pur in possesso di una propria identità, anche culturale e storica, vengano assorbiti da centri abitati con una maggiore forza politica.
    Pontebba è un comune a rischio, in tal senso; e mi preoccupa il fatto che gli stessi residenti, pur leggendo molto spesso le notizie riportate dalla stampa locale, non abbiano ancora focalizzato il problema.
    Forse il motivo è nella speranza che il Comune sia una di quelle amministrazioni pubbliche che andranno ad assorbirne altre. Probabilmente, però, sarà il contrario; e quando accadrà (perché quasi certamente non verrà fatto un referendum in proposito) sarà troppo tardi per reagire.
    I continui battibecchi tra i Comuni di Tarvisio e Malborghetto-Valbruna dovrebbero fare riflettere, come dovrebbe fare riflettere il rapporto esistente tra il Comune di Tarvisio e quello di Pontebba, partito immediatamente durante la scorsa campagna elettorale e tuttora in atto.

  3. Mi dispiace Maurizio ma non ci siamo proprio, parliamo del 2010, noi non possiamo fossilizzarci sulle manfrine dei vari amministratori che ci sono o che ci sono stati , ma dobbiamo guardare avanti. Ma hai idea di quanto costi l’ambaradan di tutte quelle mini amministrazioni ?? Ma tu lo sai le cose che noi potremmo fare con quei soldini ???. Ma tu non hai ancora capito il danno enorme che fanno questi Miniamministratori, che invece di guardare i problemi da una angolazione molto ampia, si intestardiscono per le minuzie e le contingenze del piccolo paesino e putroppo non vedono al di là del loro naso. Perchè noi poveri italiani siamo specialisti nel vedere solo il piccolo problema che ci riguarda personalmente, e non capiamo che tutto deve essere contestualizzato, che se io rinuncio a qualcosa di personale poi la comunità intera e io stesso ne avrò un beneficio più grande. Cerchiamo di ampliare i nostri orizzonti e non di rinchiuderci nel piccolo o nel piccolissimo nostro orticello. E non facciamo un fatto di campanile, io non ho mai pensato che Pontebba debba fagocitare tutti i paesini limitrofi, perchè altrimenti partiamo con il piede sbagliato, ma possibile che noi si debba essere sempre così provinciali ????? Ma lo capisci che Tarvisio nella sua grande miopia, da 40 anni non ha permesso la partenza del nostro Pramollo, perchè pensa che sia una iattura per i tarvisiani. Ecco quali sono i risultati di una visione limitata delle cose, e quali sono i danni che amministratori a dir poco miopi fanno non solo per il proprio paese, ma per tutta la nostra vallata. Abbiamo bisogno di gente con la mente aperta con un respiro ampio, non di gente da libro cuore, fossilizzata nelle begucce di un paesino.

  4. Comprendo il tuo sfogo, Ortica; e lo comprendo poiché, forse, sei abituata alla contestazione generalizzata. Non so se e cosa risponderà Giorgio, tuttavia desidero fare qualche riflessione sul provincialismo, l’orticello di casa propria e divagazioni varie.
    Quando discuto di Pontebba come paese a rischio non intendo dire che vorrei fosse il contrario, e cioè Pontebba che assorbe altri Comuni del comprensorio montano. Pontebba mi sta bene così: un Comune tra i Comuni.
    Mi meraviglia la tua dichiarazione su Tarvisio, dopo quello che ho scritto precedentemente: evidentemente non hai compreso l’attuale situazione politica del tuo Comune, alleato di ferro proprio col Comune di Tarvisio dalla campagna elettorale in poi.
    Vai a dare un’occhiata alle tessere politiche in possesso dei consiglieri di maggioranza e capirai ancora meglio. Comprenderai anche come l’attuale maggioranza non possa ritenersi un’espressione del centrosinistra.
    Tu davvero saresti felice di una politica estranea al tuo luogo di residenza; una politica che arriva da chissà dove per fare di te e del tuo paese ciò che meglio crede? Io francamente no, e mi piacerebbe vedere più unità tra i Sindaci delle nostre valli; e soprattutto non vorrei vedere dei Sindaci che non perdono tempo a costruire strane alleanze di comodo che con la collettività, forse, hanno niente a che fare.
    Ha detto qualcuno (mi sembra Albert Einstein) che avere la mente aperta è un bene: non troppo però, altrimenti fuoriesce il cervello.

  5. Non so se devo ridere o piangere, ma sicuramente parliamo lingue diverse. Io sinceramente sono estraniata dalla politica spicciola della giunta del comune di Pontebba e di quella di Tarvisio, non so nulla delle alleanze tra sindaci ecc. non mi interessa molto. Mi interessa quello che vedo e quello che so. Io so che Tarvisio ha sempre osteggiato il nostro Promollo, e naturalmente con occhi molto miopi ed ancorati al contingente, nessuno a mio parere ha avuto ed ha una visione un pò ampia del minicontesto nel quale è inserito. Mi fai proprio ridere quando parli di alleanze politiche più o meno microscopiche e ti lasci sfuggire il quadro generale di tutta la vallata (bada bene della vallata non del mondo). Ammetto che sono completamente disinformata sulle alleanze fra i piccoli comuni, ma i risultati sono e restano l’abbandono completo della valle il terribile impoverimento lo spopolamento continuo (lo sai che quest’anno a Pontebba sono nati solo 2 bambini…|||||). Ma di che cosa mi stai parlando ……del Sindaco di Pontebba che si allea con quello di Tarvisio a scapito dei restanti paesi evidentemente è in peno atto la guerra fra poveri. Ma lo capisci o no che la tendenza al ribasso non si è ancora fermata e specialmente per Pontebba è la catastrofe… Tu non sei di qui e non sai che cosa era Pontebba ai tempi d’oro, quindi non hai un termine di paragone. Mandi

  6. Mi meraviglia il fatto, Ortica, che in assenza di contraddittorio tu mi metta nella classifica degli stranieri, che appunto in virtù del fatto d’esserlo, non possono comprendere le vicissitudini del luogo che li ospita: purtroppo per te ci sono abituato. Tuttavia non basta essere nati in un paese per conoscere la realtà di quel paese confrontata al territorio, alla Provincia, alla Regione, allo Stato e al Mondo. Ridi, piangi, oppure prendila come vuoi tu; ma la domanda che ti pongo è questa: “Tu, che hai vissuto, assieme ai pontebbani, la via del degrado, vivendola sulla tua pelle più di quelli che sono giunti “da fuori”, cosa hai fatto per cambiare (almeno provandoci) le cose? Le alleanze politiche microscopiche (ai tuoi occhi) possono portare a conseguenze macroscopiche; ma questo è un altro discorso. Evidentemente non hai capito molto di quello che ho scritto. Ho trattato di una questione fondamentale: l’alleanza tra Comuni: l’unità d’intenti. Il Comune di Tarvisio e quello di Pontebba vogliono uscire dal contesto? Sono liberi (fino ad un certo punto) di farlo: ma spieghino alla gente qual’è il loro obiettivo finale, altrimenti le loro azioni rimarranno le battaglie di una guerra tra poveri. Usciamo, oltre tutto, dal pensiero legato ad un certo modo di intendere la partecipazione al dibattito. Mi parli tanto di globalizzazione e poi mi dici che non posso capire perché vengo da fuori? Da fuori dove, poi? Per tua conoscenza sono nato a Gemona del Friuli, quarantatrè anni fa, e ho vissuto a Coccau, poi per molto tempo a Tarvisio, ma anche a Camporosso, Ugovizza, Valbruna e Pontebba. Penso, dunque, di conoscere abbastanza la storia del nostro territorio.
    Le tue ultime righe sono scritte in modo tale che pretendono la chiusura del discorso. Purtroppo il discorso procederà, almeno sino a quando (non so per quanto) il nostro sarà un Paese libero e con una certa propensione all’accoglienza. Dimenticavo: io e Giorgio (che mi scuserà per averlo citato), con tutte le nostre mancanze, mettiamo la nostra faccia, con tanto di nome e cognome, quando esprimiamo le nostre riflessioni sociali. Siamo consapevoli che facendo ciò esiste la possibilità di entrare in conflitto con qualcuno, ma lo facciamo lo stesso: perché crediamo nelle nostre parole, malgrado le ripercussioni esse potrebbero causare e le porte che potrebbero chiudere. Tutto qui, Ortica, e se ti sembra poco prova a fare lo stesso.

  7. Sai i tempi d’oro di Pontebba per me sono stati gli anni sessanta un pò meno glli anni settanta, quindi per tua fortuna non eri nato e certamente non sai come il paese fosse allora, mi sono espressa male, chiedo venia. Tu sai benissimo chi è l’ortica, non fare il finto tonto e lo sanno tutti quelli che bazzicano su face book, non dirmi assolutamente che non mostro la faccia, non sono abituata a gettare il sasso e nascondere la mano. A me invece dispiace che nessuno, oltre i soliti quattro gatti, interviene su questioni tanto importanti, ma forse le persone non sono interessate, forse vogliono solo evadere da una situazione nazionale obbiettivamente tanto deteriorata e tremendamente disperata specialmente per i giovani. Sinceramente per quanto riguarda il paese non sono molto informata e non so che tipo di alleanza possano fare con i tarvisiani, trascurando tutti gli altri comuni. Se così fosse, secondo me sono già partiti con il piede sbagliato,purtroppo è tipico di alcuni personaggi. Mi viene in mente la testardaggine con cui è stata proposta anni fa la cabinovia per Pramollo, con partenza da Studena Bassa. Si sono lasciati passare 10 anni inutilmente per poi vedersi respingere il progetto perchè totalmente impraticabile. Infatti la strada di accesso alla frazione non era idonea. A riprova che i mini amministratori forse non sono la soluzione più adatta a risolvere i problemi dei mini paesi

  8. Avevo dei dubbi su chi fossi: adesso lo so; o almeno lo immagino. Il guaio di Pontebba è che ci si sveglia soltanto durante le campagne elettorali, battagliate in maniera assurda dai contendenti la poltrona. Poi, subito dopo, il silenzio: sia della maggioranza, ma soprattutto della minoranza in consiglio comunale. Tutti zitti e buoni sino all’ennesima sfida. Trovo penosa questa situazione. Ogni tanto (ma proprio ogni tanto) vorrei che qualcuno della minoranza dicesse qualcosa, ed invece niente, come se non esistessero. Anche una piccola polemica, tanto per fare, ed invece niente di niente. Ora mi chiedo come sia possibile questa situazione, che si ripresenta ogni volta puntuale. Quando era Sindaco Silvestri la minoranza si comportava allo stesso modo. Qualche sporadica interrogazione, ma relativa. E’ la regola, mi sembra.

    Perché non interviene nessuno nel dibattito? Ricordi le discussioni sul gruppo Facebook che ho fondato tempo fa e poi abbandonato? Quanti discutevamo allora? Dico allora perché ora la situazione è più che ferma. Eppure qualcosa stava nascendo, se non ricordo male. Addirittura siamo stati ricevuti in Comune. Peccato che l’invito, a mio parere, non era affatto programmato per “lavorare” insieme (come m’ero illuso, iniziando da subito una sorta di collaborazione incentrata sulle problematiche dibattute tra gli iscritti), ma piuttosto per monitorare l’eventuale “pericolosità” dello stesso: naturalmente mi assumo la responsabilità di quanto detto.

    Peccato, davvero. Adesso siamo qua, grazie all’amico Giorgio e al suo Blog. E qui, come sul gruppo di Facebook, le visite stanno aumentando in maniera esponenziale: segnale che interessa. Per i commenti non so che dirti. Mi piacerebbe intervenisse qualcuno del Palazzo, oppure qualche consigliere di minoranza. Immagino, purtroppo, che nessuno avrà il “coraggio” d’intervenire. La trasparenza e la comunicazione, quando si manifesta soltanto nelle intenzioni, funziona così.

    Pontebba ha ancora molto da dire, pur non potendo ritornare indietro nel tempo. Certo è che i cittadini (o almeno la maggioranza di essi) sono sfiduciati e hanno perso la speranza: soprattutto i giovani. I ragazzi, che non hanno neppure un centro sociale dove incontrarsi e sperimentare le proprie aspirazioni che non sia un bar. Quando le giovani generazioni non hanno stimoli (un punto di riferimento collocato nel proprio paese) non si può pretendere miracoli. Mi spiace che l’amministrazione comunale non si accorga di questo e creda (poiché penso sia così) di risolvere il tutto con qualche sagra estiva. A San Leopoldo, ad esempio, abbiamo una zona industriale che potrebbe dare grandi soddisfazioni: possibile che nessun amministratore riesca a sponsorizzare il sito? Perché quello che accade, sempre ad esempio, nel circondario industriale di Amaro, non può essere realizzato a San Leopoldo? Probabilmente non è possibile, ma mi sembra che non si tenti neppure.

    Ho scritto a ruota libera: perdonatemi dunque le stronzate.

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