Le illusioni sulla Tav

Hanno suscitato reazioni esagitate le oneste dichiarazioni rilasciate a “Il Piccolo” dall’Amministratore Delegato delle Ferrovie dello Stato ing.

Mauro Moretti in ordine alla non sostenibilità di un prolungamento della linea dell’Alta velocità dell’Italia settentrionale da Mestre a Trieste. Tra le molte cose importanti dette dall’Ing Moretti, in particolare merita di segnalare:

1) i treni ad alta velocità richiedono un bacino di passeggeri sufficiente per riempirli, e perciò le linee vengono costruite per collegare tra loro grandi città e sistemi metropolitani: ha senso collegare l’area metropolitana di Milano con quella di Venezia Padova, ma il proseguimento su Trieste e Lubiana non ha significato, date le modeste dimensioni dell’area triestina e di tutta l’area che gravita su Lubiana: posto che l’intera regione sia interessata a spostarsi su Trieste per muoversi verso est, si conterebbero 1.200 mila abitanti, mentre solo 2 milioni di sloveni potrebbero gravitare su Lubiana; si tratta di numeri assolutamente insufficienti per rendere convenienti gli ingenti investimenti che l’Alta velocità comporta;

2) la Slovenia questi conti li ha fatti, ed infatti non sembra assolutamente interessata all’Alta velocità di cui non ha nemmeno iniziato qualche forma di progettazione di larga massima: le ingentissime risorse finanziarie necessarie per facilitare i movimenti tra Trieste e Lubiana non appaiono né facilmente reperibili né destinabili a tale opera: ciò che interessa agli sloveni è la valorizzazione del Porto di Capodistria, per il quale il trasporto velocissimo di passeggeri non ha alcun interesse;

3) per lo sviluppo del Porto di Trieste, di quello di Monfalcone e di Porto Nogaro le capacità di movimentazione delle linee ferroviarie attuali sono più che sufficienti e queste comunque potrebbero essere migliorate senza sostenere i costi dell’Alta velocità per la copertura dei quali non vi sono grandi prospettive, date le difficili condizioni del bilancio dello Stato;

4) cresce invece la domanda di mobilità su ferro delle merci verso i mercati austriaci e del Nord Europa, che può essere soddisfatta dalla modernissima linea Pontebbana, che sostiene 30-35 treni al giorno, mentre ne potrebbe ospitare 300.

A fronte di queste realistiche considerazioni, si è lanciata una indignata reazione di tutto il mondo politico e industriale della Regione, che in luogo di prendere in seria considerazione gli argomenti di Moretti, si è lanciato in generiche dichiarazioni riguardanti la posizioni strategica della Regione, la funzione di ponte, le esigenze di sviluppo del Porto di Trieste ed altre amenità che nascondono solo gli interessi di una parte del mondo economico regionale per lucrare su ingenti appalti riguardanti un’opera, che, se realizzata, farà la fine dello Scalo ferroviario di Cervignano: una enorme distesa di binari vuoti la cui realizzazione è servita negli anni Ottanta a finanziare il Partito socialista e la Democrazia Cristiana.

Se si vogliono realizzare investimenti nel settore delle infrastrutture trasportistiche, si pensi all’ampliamento delle capacità del Porto di Monfacone e alla realizzazione di interventi in alcuni punti strategici della Carnia, che deve essere aiutata a migliorare i suoi collegamenti con la Carinzia e il Cadore.

2 commenti su “Le illusioni sulla Tav”

  1. MA TU LODOLO CE L’HAI PROPRIO CON TRIESTE. IO DI QUESTE COSE NON NE MASTICO, TI DICO SOLO CHE MI CONSTA CHE I PIEMONTESI DELL’ALTA VALLE NON NE VOGLIO SENTIRE NEPPURE PARLARE DELLA TAV… E FARANNO LE BARRICATE PER FERMARE IL TUTTO. E SE NON PASSA LA TAV LASSU’ NON SO DI COSA PARLATE…….

  2. Ma perchè non parli della galleria che stanno facendo a Chiusaforte, assolutamente inutile e guarda caso realizzata sempre dalla stessa società, che ormai ha monopolizzato tutti i lavori pubblici di questa regione. Qui gatta ci cova……… siamo invasi anche noi come Milano ….

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