La contraddizione dell’acqua

Chiusaforte è un comune situato nel Canal del Ferro, circondato dalle montagne e attraversato dal fiume Fella e dal torrente Raccolana. Lungo i 22 chilometri dell’abitato, che partono dalla frazione Roveredo e vanno sino alla frazione Sella Nevea, si osservano, a un intervallo di non oltre cento metri uno dall’altro, ruscelli o cascate dove scorre l’acqua continuamente in ogni stagione dell’anno. Chiusaforte è stato dotato dal buon Dio solo di aria buona e di acqua sorgiva salutare. L’acqua è un bene considerato tanto grande che il Comune stesso ha fatto installare, all’inizio del paese arrivando da Udine, un apposito spazio dove ha fatto fluire due tubazioni che distribuiscono acqua incessantemente giorno e notte. Ha inoltre fatto costruire un gazebo, installato alcuni tavoli e panche, messo un cassonetto rifiuti perché la gente possa sostare e rifornirsi gratuitamente di un bene tanto necessario. Si possono osservare durante la giornata file di automobili e camioncini sostare per fare rifornimento di acqua. Ci sono persone della zona e dei paesi vicini che abitualmente riempiono decine e decine di bottiglie e bottiglioni per trasportare nelle loro case o nelle loro attività questa acqua considerata di ottima qualità. Le descrizioni dianzi annunciate fanno pensare che la popolazione di Chiusaforte abbia il diritto di godere di questo bene gratuitamente e illimitatamente. Invece cosa succede. Carniacque Spa prende in appalto la gestione delle acque di Chiusaforte. Non tiene conto che l’acqua è un bene di Dio distribuito gratuitamente e decide di far pagare l’acqua a peso d’oro (direi a litri d’oro se l’oro fosse liquido) come se fosse diventata la depositaria in terra dell’acqua che è poi distribuita alla gente perché possa bere, cucinare o lavarsi. Per fare un esempio: la bolletta per la gestione Carniacque del servizio idrico 2008 esponeva un importo di euro 45,73, invece l’ammontare della bolletta per la gestione successiva 2009 a pari consumo è divenuto di euro 109,40 con un aumento del 139%. Impressionante. Ma l’inflazione, è vero o non è vero, che è al di sotto del 2%? Così l’abitante di Chiusaforte si vede costretto a pagare ciò che il buon Dio aveva assegnato gratuitamente a lui dai tempi dei tempi. E lo paga come se vivesse in un deserto e l’acqua fosse distribuita da acquedotti che partono dalla Russia come fossero forniture di gas. Esiste nella Regione Friuli un’autorità tutoria che difenda la gente friulana da questo assalto incomprensibile alle tasche dei poveri contribuenti? Se esiste si faccia viva! Un’ultima osservazione: a Chiusaforte il canone televisivo costa meno dell’acqua, anche la Tarsu (1 euro il metro quadrato) costa meno dell’acqua. Chiusaforte è un paese poco abitato, ma molto costoso. Aiutateci!

Elio Martina

Chiusaforte

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